|
|||
|
|||
La Rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere Rubivirus, della famiglia dei Togavirus. E' una delle malattie più comuni nell’età infantile e si trasmette solo nell’uomo. La trasmissione avviene da persona a persona con le goccioline della tosse o degli starnuti. La malattia si manifesta con febbre lieve, rigonfiamento doloroso dei linfonodi dietro il collo a cui segue una eruzione cutanea (rossore) generalizzata e di brevissima durata (spesso inapparente). Questa eruzione è molto simile a quella del morbillo o della scarlattina. Le complicazioni possono essere: dolori articolari, trombocitopenia (1 caso ogni 3000) ed encefalite (1 caso ogni 5.000). Si può inoltre avere artrite temporanea particolarmente negli adolescenti e negli adulti. La Rosolia è una malattia di solito benigna per i bambini, ma diventa pericolosa durante la gravidanza perché può portare gravi conseguenze al feto. Una volta contratta, la rosolia dà un’immunizzazione teoricamente definitiva. Al momento non esiste una terapia specifica della rosolia, a parte l’uso di paracetamolo per abbassare la febbre. L’arma migliore contro la malattia è la vaccinazione preventiva.
Rosolia in Gravidanza
|
|||
Cenni storici sulla Vaccinazione |
|||
Il vaccino
anti-rubeola è disponibile in Italia dal 1966 e in un
primo momento è stata prevista la vaccinazione
del solo sesso femminile all’età di 12 anni, cioè poco
prima di entrare nell’età fertile. Questa scelta era
legata al fatto che i primi vaccini a disposizione (sia
il ceppo Cendehill che il ceppo HPV-77) non erano molto
immunogeni, per cui si pensava fosse necessaria
un’elevata circolazione del virus (ecco perché i maschi
non venivano vaccinati), per permettere continue,
piccole, asintomatiche reinfezioni esogene, come
richiami dell’immunità antirosolia, nei soggetti
vaccinati. Questa strategia è stata un fallimento,
perché l’elevata circolazione virale faceva ammalare
quei soggetti di sesso femminile che non erano stati
sottoposti alla vaccinazione, mantenendo un numero
elevato di casi di rosolia congenita, fra 50 e 100. Dal
1999 è stata avviata ufficialmente in Italia la
vaccinazione universale per femmine
e per maschi, con due dosi
(con il ceppo
RA/27/3 che risulta più immunogeno dei precedenti e
l’unico capace di indurre la formazione di anticorpi
contro l’antigene intero iota). |
|||
Il Vaccino attuale |
|||
• Il vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) contiene versioni indebolite di virus vivi del morbillo, della Parotite e della Rosolia. La vaccinazione può essere eseguita in tutta la popolazione, anche nei soggetti che avessero superato la singola malattia naturale. La combinazione dei tre agenti comporta la stessa alta percentuale di sieroconversione corrispondente o superiore a quella che si otterrebbe con l'uso di un singolo componente. Le reazioni più frequenti, che compaiono dopo 6-10 giorni dalla vaccinazione, sono rappresentate da febbre, più di rado esantema fugace e tumefazione dei linfonodi regionali, a seconda della sede dell'inoculazione. Le reazioni dopo la seconda dose di richiamo (attualmente prevista ai 6 anni di età) sono molto simili, con minore frequenza.
E' necessario attendere 30 giorni dall'effettuazione della vaccinazione prima di intraprendere una gravidanza. Il vaccino MPR, contenendo vaccini a virus vivi attenuati, non può essere somministrato in gravidanza, sebbene l’effettuazione accidentale della vaccinazione in donne che non sapevano di essere in gravidanza, non ha mai fatto registrato un aumento di aborti o malformazioni. |
|||
Genova - ASL3 E' possibile effettuare la vaccinazione presso tutti i centri vaccinali della ASL. Per informazioni: Segreteria S.C. Igiene e sanità Pubblica Tel. 010849846 |
|||
© SMD - Ultima mod. 8 Agosto 2018 | |||