Studio Medico Destefanis

Medicina di Gruppo

 

Vaccino

Anti-Rosolia

 
 

La Rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere Rubivirus, della famiglia dei Togavirus. E' una delle malattie più comuni nell’età infantile e si trasmette solo nell’uomo. La trasmissione avviene da persona a persona con le goccioline della tosse o degli starnuti. La malattia si manifesta con febbre lieve, rigonfiamento doloroso dei linfonodi dietro il collo a cui segue una  eruzione cutanea (rossore) generalizzata e di brevissima durata (spesso inapparente). Questa eruzione è molto simile a quella del  morbillo o della scarlattina. Le complicazioni possono essere: dolori articolari, trombocitopenia (1 caso ogni 3000) ed encefalite (1 caso ogni 5.000). Si può inoltre avere artrite temporanea particolarmente negli adolescenti e negli adulti. La Rosolia è una malattia di solito benigna per i bambini, ma diventa pericolosa durante la gravidanza perché può portare gravi conseguenze al feto. Una volta contratta, la rosolia dà un’immunizzazione teoricamente definitiva. Al momento non esiste una terapia specifica della rosolia, a parte l’uso di paracetamolo per abbassare la febbre. L’arma migliore contro la malattia è la vaccinazione preventiva.

Rosolia in Gravidanza
La Rosolia nelle donne in gravidanza spesso porta alla sindrome della rosolia congenita (CRS) che può danneggiare il bambino. Questa è una grave malattia caratterizzata da sordità, ritardo mentale, cataratta ed altre affezioni degli occhi, malattie congenite del cuore, nonché malattie del fegato e della milza che possono provocare una riduzione del numero delle piastrine con petecchie (piccoli sanguinamenti) sotto la pelle. Le donne che si sono infettate nel primo trimestre di gravidanza, andranno incontro ad un aborto o potranno avere un bambino con rosolia congenita nell'85% dei casi. Inoltre un bambino con Sindrome da Rosolia Congenita può eliminare virus per via urinaria per circa un anno e quindi essere fonte di infezione per altre donne non immuni. Prima dell'introduzione del vaccino erano frequenti le epidemie di rosolia; il numero delle donne gravide infette era alto, ed altrettanto alto era il numero degli aborti o delle sindromi da rosolia congenita. Con l'avvento del vaccino, almeno in certe aree geografiche del paese, il numero dei casi di malattia si è ridotto di molto.

 

Cenni storici sulla Vaccinazione

Il vaccino anti-rubeola è disponibile in Italia dal 1966 e in un primo momento è stata prevista la vaccinazione del solo sesso femminile all’età di 12 anni, cioè poco prima di entrare nell’età fertile. Questa scelta era legata al fatto che i primi vaccini a disposizione (sia il ceppo Cendehill che il ceppo HPV-77) non erano molto immunogeni, per cui si pensava fosse necessaria un’elevata circolazione del virus (ecco perché i maschi non venivano vaccinati), per permettere continue, piccole, asintomatiche reinfezioni esogene, come richiami dell’immunità antirosolia, nei soggetti vaccinati. Questa strategia è stata un fallimento, perché l’elevata circolazione virale  faceva ammalare quei soggetti di sesso femminile che non erano stati sottoposti alla vaccinazione, mantenendo un numero elevato di casi di rosolia congenita, fra 50 e 100. Dal 1999 è stata avviata  ufficialmente in Italia la vaccinazione universale per femmine e per maschi, con due dosi (con il ceppo RA/27/3 che risulta più immunogeno dei precedenti e l’unico capace di indurre la formazione di anticorpi contro l’antigene intero iota).
 

 
 

Il Vaccino attuale

Il vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) contiene versioni indebolite di virus vivi del morbillo, della Parotite e della Rosolia. La vaccinazione può essere eseguita in tutta la popolazione, anche nei soggetti che avessero superato la singola malattia naturale. La combinazione dei tre agenti comporta la stessa alta percentuale di sieroconversione corrispondente o superiore a quella che si otterrebbe con l'uso di un singolo componente. Le reazioni più frequenti, che compaiono dopo 6-10 giorni dalla vaccinazione, sono rappresentate da febbre, più di rado esantema fugace e tumefazione dei linfonodi regionali, a seconda della sede dell'inoculazione. Le reazioni dopo la seconda dose di richiamo (attualmente prevista ai 6 anni di età) sono molto simili, con minore frequenza.

Sono state somministrate nel mondo più di 500 milioni di dosi del vaccino MPR in oltre 100 paesi, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che questo vaccino "vanta un primato di sicurezza esemplare".

E' necessario attendere 30 giorni dall'effettuazione della vaccinazione prima di intraprendere una gravidanza.

Il vaccino MPR, contenendo vaccini a virus vivi attenuati, non può essere somministrato in gravidanza, sebbene l’effettuazione accidentale della vaccinazione in donne che non sapevano di essere in gravidanza, non ha mai fatto registrato un aumento di aborti o malformazioni.

 

Genova - ASL3

E' possibile effettuare la vaccinazione presso tutti i centri vaccinali della ASL. Per informazioni:

Segreteria S.C. Igiene e sanità Pubblica

Tel. 010849846

 
© SMD - Ultima mod. 8 Agosto 2018