Il virus del papilloma umano o HPV
(acronimo di Human Papilloma Virus) è un virus
appartenente al gruppo dei Papovavirus.
Le infezioni da HPV sono provocate da più di 100 tipi di
HPV e sono estremamente diffuse. Questi virus possono
causare malattie della pelle (colpiscono le mani, le
ginocchia, i piedi, a volte anche il viso) e delle
mucose. Tra le infezioni delle mucose rivestono
particolare importanza le infezioni del tratto
genitale, che possono essere provocate da oltre
20 tipi di HPV, e sono trasmesse sessualmente. Le
infezioni genitali possono manifestarsi in tre forme
diverse:
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Forme cliniche: sono caratterizzate dalla
comparsa di Verrucche, cioè di formazioni rilevate,
singole o plurime, di dimensioni varibili, visibili
a occhio nudo, che vanno sotto il nome di
Condilomi (noti anche come Creste di Gallo).
Queste lesioni sono solitamente causate da HPV di
tipo 6 o 11, e possono apparire sulla vulva, cervice
uterina, vagina, pene, scroto, uretra e ano.
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Forme subcliniche: sono forme simili alle
precedenti ma non visibili a occhio nudo. A livello
dell'Utero molto spesso queste lesioni per essere
identificate richiedono il ricorso ad un
specifico esame, cioè la Colposcopia. Anche il PAP
test è utile in queste forme per indentificare la
presenza del virus sulla mucosa uterina.
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Forme latenti: vengono messe in evidenza solo
utilizzando tecniche molecolari.
L'infezione da HPV,
specie in forma subclinica, è in aumento nel mondo occidentale. Si
calcola che solo negli Stati Uniti vi siano 20 milioni di persone
affette da HPV e che ogni anno se ne infettino 5,5 milioni (Centers for
Disease Control and Prevention), più del 50% della popolazione
sessualmente attiva ha o ha avuto una infezione da HPV.
Il motivo dell'incremento di queste patologie è
legato alla modificazione delle abitudini sessuali: inizio precoce dei
primi rapporti, aumento del numero di partner durante la vita sessuale,
mancanza di adeguate campagne di informazione da parte delle strutture
competenti e scarso utilizzo del profilatico durante i rapporti.
La lotta della medicina contro l'HPV non è
comunque solo legata alla prevenzione delle malattie infettive, ma
piuttosto alla prevenzione del cancro.
E' stata
ormai
chiaramente dimostrata una relazione fra
infezione da HPV e cancro sia del collo dell'utero sia del
retto, ed è importante ricordare che il cancro dell'utero è ancora oggi
la prima causa di morte per cancro nella donna.
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La Vaccinazione contro il Papilloma Virus è frutto della
ricerca degli ultimi anni in cui l'Italia ha
avuto un ruolo di primo piano con due centri di ricerca: Istituto Tumori
Regina Elena (Ire) e Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e
Protezione della salute del Centro Ricerche Casaccia dell'Enea (in
collaborazione con il Center for Molecular Biotechnology del Fraunhofer
Institute, USA). Il primo Vaccino contro il Papilloma Virus, Gardasil
(Sanofi Pasteur MSD), frutto della tecnica del DNA
ricombinante, è disponibile in Italia dal 2006. Si
tratta di un vaccino quadrivalente anti-HPV che ha lo scopo di prevenire
infezioni da Papillomavirus di tipo 16, 18, 6, e 11. I tipi 16 e 18 di
HPV causano circa il 70% dei casi di cancro alla cervice uterina, oltre
a causare alcuni tumori vulvari, vaginali, penieni e anali. I tipi 6 e
11 del HPV causano circa il 90% dei casi di verruche genitali.
Dal 2007 è disponibile un secondo vaccino, Cervarix
(GlaxoSmithKline), anch'esso ricombinante, adiuvato, e attivo contro il
Papilloma Virus umano tipi 16 e 18. Dal 2015 è disponibile Gardasil
9 (Sanofi Pasteur MSD), attivo su nove
tipi di Papilloma Virus (HPV), cinque in più rispetto al suo
predecessore (HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58).
In Italia, a partire dal
2008, la vaccinazione, rivolta alle bambine al compimento dei 12 anni, è
partita in maniera assolutamente disomogenea nelle varie regioni: in
alcune sotto forma di offerta attiva e gratuita, in altre in forma di
co-payment da parte delle famiglie, in altre senza alcuna proposta
ufficiale. La Regione Liguria ha
avviato dal 2012 una compagna di vaccinazione attiva delle bambine di
età 12 anni, a partire dalle coorti di nascita 1997, per le quali è
stata raggiunta una copertura intorno al 69%.
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