Dr. Andrea Carraro - Ventadoctor

 
Zanzibar - VentaClub Karibu

Il 9 Ottobre 2007, al mio terzo impegno come VentaDoctor,  mi sono presentato alle ore 22.00 a Milano Malpensa per la partenza per Zanzibar con volo diretto della Livingston. Il volo è partito in orario e mi sono ritrovato a bordo di un airbus 330 con un nutrito gruppo di altri Viaggiatori del Ventaglio. Vista l'ora tarda, poco dopo il decollo tutti i passeggeri si sono messi a dormire. Dopo poco più di un'ora di viaggio ho sentito l'interfono che avvertiva un eventuale medico a bordo di presentarsi al personale nella sezione di coda. Ho pensato che si trattava di un buon inizio del mio viaggio e mi sono diretto verso la coda, dove ho trovato il personale intento ad assistere una giovane donna sdraiata a terra. Si trattava di una ragazza colta da una crisi lipotimica mentre stava seduta al suo posto. Si presentava sudata, con pressione arteriosa sistolica inferiore a 90. In breve tempo si è comunque ripresa. Probabilmente aveva risentito del troppo caldo a bordo (e infatti abbiamo segnalato al Comandante di ridurre il riscaldamento) e della sensazione di oppressione creata dal poco spazio esistente tra i sedili quando questi vengono reclinati per riposare. Visto il risolversi della situazione sono tornato al mio posto e mi sono addormentato. Dopo poco tempo però vengo svegliato dalla Hostess che si scusa ma mi avverte che la signora si sente nuovamente male. Si ripete la situazione di prima ma con una più rapida ripresa. Torno infine a sedermi ma ormai di dormire non se ne parla, tranne qualche pisolino.

Con puntualità l'areo atterra a Stone Town, e in breve scendiamo a terra assaporando il clima caldo equatoriale di Zanzibar. Entriamo nell'Aereostazione, che ricorda più una stazione dei pulmann italiana e affrontiamo il controllo passaporti. Ad ogni viaggiatore vengono chiesti 50 dollari per il visto d'ingresso anche se un cartello recita 30. Alla richiesta di spiegazioni rispondono che il cartello è vecchio (anche se la data è di soli 3 mesi prima, ma si sa, siamo in Africa!). Io ho fatto lo sbaglio di non portarmi dollari e così consegno 50 euro, e di resto neanche a parlarne. Superato il controllo passaporti inizia la bagarre dei bagagli. Da dietro un malandato bancone arrivano a singhiozzo poche valigie, con un impiegato locale che legge nel suo pesante accento l'intestazione sull'etichetta. Qualcuno si sbraccia dicendo mia, mia, e la valigia passa sulla testa di tutti fino al fortunato passeggero. Mentre sono anch'Io in attesa nel mucchio incontro un personaggio che si spaccia per operatore del ventaglio e chiede 20 euro per provvedere al recupero della valigia. Assieme ad altri cado nel tranello ed è inutile dire che non ho mai più visto ne lui ne i soldi ne la valigia. Dopo oltre un'ora riesco finalmente ad entrare in possesso del mio bagaglio ed esco dall'aerostazione dove sono in attesa gli efficenti ragazzi del Ventaglio.

 

Rapidamente controllano la lista e smistano i viaggiatori sui pulmini in attesa. Salgo con altri sul pulmino dove ci attende Kombo, la simpaticissima guida locale del villaggio Karibu.
Mentre percorriamo le strade semiallagate intorno all'Aereoporto (siamo nella stagione delle Piccole Pioggie) Kombo ci inizia a dare le prime informazioni pratiche su Zanzibar: clima, fuso orario, cambio valuta, ecc. Lentamente ci lasciamo alle spalle gli edici della storica cittadina per addentrarci nella campagna. La strada è ben asfaltata e percorsa da pochi autoveicoli, tutti sovraccarichi di merci e persone, e qualche moto, soprattutto vespe (forse anche il mio mitico PX bianco, da tempo spedito in Africa, è tra queste). Le abitazioni lungo la strada sono quasi tutte di fango, col caratteristico tetto in makuti, cioè in foglie di palma da cocco essicate. Dopo circa un'ora arriviamo al nostro villaggio, il Karibu. Il pulmino si ferma, e mentre scendiamo veniamo accolti da un piacevole canto ad opera delle mami, le donne locali che lavorano come inservienti nel villaggio. Stanno cantando con le loro caratteristiche voci la famosissima Hakuna Ma-ta-tà.Ci offrono una noce di cocco per dissetarci e ci indirizzano alla Reception. Questa è situata assieme agli altri locali comuni sotto una grande struttura con tetto in makuti, moto caratteristica e suggestiva. Nelle sarete successive mi è anche capitato di vedere qualche piccola scimmietta locale saltellare tra le arcate di legno.

Quando mi presento mi dicono subito che due ospiti hanno bisogno di parlarmi, e mi consegnano le chiavi dell'infermeria unitamente al telefonino di servizio.

Apro quindi subito l'infermeria e incontro una coppia di giovani in viaggio di nozze,  reduci dalla settimana di safari in Tanzania. La sposina è piccola e graziosa, con un faccino triste e stanco. Mi dice che si sente molto giù, stanchissima, con nesusna voglia di alzarsi dal letto. La visito senza riscontrare alcun problema organico e propendo per una S. Depressiva, anche se Lei mi dice di non aver mai avuto problemi di questo genere. Anzi, è una giocatrice di pallavolo agonista che effettua tre allenamenti a settimana + il match alla domenica. Io però resto della mia opinione e decido per la sospensione del Lariam (che spesso è l'agente scatenante di questo tipo di disturbi) e le prescrivo una terapia a base di Valium gtt a basse dosi. Nei giorni successivi la rivedrò spesso e la sintomatologia risulterà nettamente attenuata. Congedati i ragazzi mi dirigo al mio alloggio. E' molto carino, con un ampio letto con zanzariera e le pareti decorate con motivi floreali. Apro la valigia, mi metto in tenuta mare, e con la fida macchina fotografica al seguito mi dirigo verso al spiaggia. Scendo lungo la scalinata che porta nella zona piscina, immersa in un bel giardino con molte palme. Ci sono pochi ospiti in giro, perchè molti stanno probabilmete ancora riposandosi dal viaggio. Supero la piscina e mi dirigo verso la spiaggia. Questa è separata dal giardino da un basso muretto, interrotto a tratti da aperture di pietra ad arco. Passando sotto una di queste mi affaccio sulla spiaggia e resto senza parole. Lo spettacolo che ho davanti è da sogno. Una spiaggia bianchissima, enorme, e un mare calmo e di mille sfumature di verde e di azzurro. Resto fermo ad ammirare tanta bellezza e ho subito un pensiero e una fitta di rimorso: vorrei che mia moglie Claudia fosse qui con me. Lentamente mi scuoto e mi dirigo verso uno dei lettini da mare di legno che ci sono sulla spiaggia. Deposito i miei bagagli (asciugamano, borsa con macchiana fotografica + crema solare + telefonino, ecc.) e mi dirigo verso il mare. Ed ecco una bella sorpresa, la sabbia bianchissima è anche fresca. Nonostante il sole a picco dell'equatore non scotta. Mi spiegheranno poi che è di origine corallina e quindi non trasmette il calore. Splendido. Mentre attraverso la spiaggia vengo avvicinato dai famosi Beach Boys. Si tratta di ragazzi di Zanzibar che avvicinano i turisti in spiaggia (hanno il divieto tassativo di entrare nei villaggi) e cercano di vendere loro qualsiasi cosa: dall'escursione alla cena tipica, dalle collanine ai braccialetti, dai cesti di vimini alle targhe in ebano.

 Sono quasi tutti gentili, molti anche seri, e dopo qualche contrattazione ti consentono di fare buoni affari (accettano tariffe più basse dei negozi del villaggio o anche di Stone Town). Bisogna però stare attenti a non prendere qualche "sola". Qualche turista meno paziente si inddispettisce perchè sono un pochino ossessivi. Io spiego loro gentilmente che sono appena arrivato e che quindi voglio un attimo ambientarmi. Riesco quindi finalemte a raggiungere il mare. L'acqua è calda, limpida, bellissima. E' l'ora della bassa marea e quindi il livello è molto basso e si può camminare per centinaia di metri senza che l'acqua arrivi alla vita. Bisogna anche stare attenti che più si va verso la barriera corallina e più aumentato i ricci e le formazioni di corallo sul fondo. Dal mare il panorama della spiaggia con le palme sulla riva è altrettanto magnifico. Trascorro il resto della mattinata in spiaggia alternando periodi al sole a periodi all'ombra delle palme: è il primo giorno e non si scherza con questo sole, nonostante le creme ad alta protezione. Non faccio che scattare foto, perchè ovunque mi giro il paesaggio è da favola.

Arriva l'ora del pranzo e faccio conoscenza col Ristorante. Il cibo è ottimo, ben preparato e ben servito. C'è un grill enorme dove tre cuochi cucinano porzioni di pesce appena tolte da uno splendido esmplare di pesce spada, ancora tutto intero. La maggior parte dei piatti sono preparati "all'Italiana", ma non mancano i piatti tipici locali. La frutta è molta e deliziosa, dal cocco alla papaya, alle bananine tipiche di queste zone.

Nel pomeriggio, dopo un sano riposino ristoratore, torno in spiaggia e ho una piacevole sorpresa. E' arrivata l'alta marea e il mare si è ripreso buona parte della spiaggia. E' ora possibile farsi una bella nuotata tra le onde e poi sdraiarsi all'ombra delle palme. Vedo che molti ospiti hanno deciso di fare il riposino pomeridiano direttamente qui, senzapassare dalle camere. Verso le 16.00 vedo qualcuno giocare a pallavolo e mi facci avanti. E' da tanto che non gioco ma è sempre un piacere riprendere la mano. E sento parlare per la prima volta della mitica Kiwenga Cup, il Torneo di Pallavolo che ogni lunedì pomeriggio si disputa tra i quattro villagi italiani della spiaggia di Kiwenga: VentaClub, BravoClub, VeraTour, FrancoRosso. Dallo staff di animazione la competizione è molto sentita e parlano di selezioni e allenamenti.Avrò il piacere di partecipare a questa manifestazione con la squadra del villaggio e sarà una bellissima esperienza.  Alle 18.00 mi reco in Infermeria ma non vedo molta gente. Passo per lo più il tempo a leggere quello che hanno scritto i colleghi che mi hanno preceduto. E' un interessante spaccato della vita del VentaDoctor nell'arco di vari anni. Arriva l'ora di cena e al crepuscolo posso assaporare l'atmosfera magica di questo villaggio. Mi siedo su un tipico divano locale, nella grande sala all'ingresso, e ascolto la musica dal vivo del Maestro, in attesa che apra il ristorante. Oltre all'ottimo cibo, l'atmosfera della cena è affascinante con le luci soffuse, le candele e i camerieri in divisa. Dopo la cena mi reco con gli ospiti nell'anfiteatro dietro la piscina e trascorro un paio d'ore di relax in compagnia dello staff di animazione. E poi a nannna perchè la giornata è stata intensa. E domani sarà un altro giorno in paradiso.

 
 
 
 
 
 

© SMD - Ultima mod. 24 Gennaio 2008