Studio Medico Destefanis

 
 
 
 

Fumo e BPCO

 
     
 
 

Nel 2004 Istituto Superiore di Sanità ha promosso e coordinato una ricerca con lo scopo di elaborare delle carte del rischio italiane per la BPCO (Broncopatia Cronica Ostruttiva, un tempo nota come Enfisema) ed il tumore al polmone.

Il rischio di contrarre queste malattie è stato valutato in funzione dell’età, dell’abitudine al fumo di tabacco e di altre variabili legate a condizioni ambientali: esposizione lavorativa a polveri, sostanze chimiche, gas e vicinanza dell’abitazione a fonti di inquinamento atmosferico.

La ricerca è stata eseguita dall’Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e dal Dipartimento di Epidemiologia dell’ASL RME di Roma. Complessivamente è stato valutato un campione significativo di soggetti appartenenti ad aree diverse. Per la carta del rischio di Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva sono stati analizzati 5.493 soggetti e 3.570 soggetti per quanto riguarda il rischio del tumore polmonare.

 

 


La carta di rischio che è stata elaborata è costituita da una serie di tabelle colorimetriche suddivise per classi d’età e per le seguenti categorie: nonfumatori, ex-fumatori, fumatori. Viene valutato il rischio assoluto, cioè la probabilità di contrarre una malattia in un arco di tempo determinato e successivo all’età che ha il soggetto (o la popolazione in studio) al momento della consultazione. In queste carte di rischio l’arco di tempo considerato è di 10 anni. Il rischio viene calcolato in base allo stile di vita del soggetto e rapportato ai fattori di rischio ai quali è o non è esposto.Il rischio assoluto è espresso in percentuale. Ad esempio, un maschio fumatore di 45 anni con esposizione ambientale e lavorativa nei prossimi 10 anni avrà una probabilità del 20-39% di ammalarsi di BPCO. A livello di popolazione ciò significa che in quella fascia di popolazione considerata, fra 10 anni, probabilmente vi saranno 20-39 casi di BPCO ogni 100 individui. Viene valutato anche il rischio relativo, cioè il rapporto tra il rischio assoluto di un soggetto esposto ad uno o più fattori di rischio e quello di un soggetto dello stesso sesso e della stessa età senza alcuna esposizione. Il rischio relativo è espresso in numero di volte. Ad esempio, un rischio maggiore di 5 volte per la BPCO in un maschio di 45 anni, fumatore e con esposizione lavorativa, significa che nei prossimi 10 anni questo soggetto avrà un rischio superiore di 5 volte di ammalarsi di BPCO rispetto ad un coetaneo non fumatore e senza alcuna esposizione. A livello di popolazione ciò significa che in quella fascia d’età, fra 10 anni, probabilmente vi sarà un aumento di oltre 5 volte nel numero di casi di BPCO tra i fumatori con esposizione lavorativa, rispetto al numero di casi di BPCO tra i non fumatori senza
alcuna esposizione.


 

BPCO

 

La BPCO – Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva- è una malattia polmonare progressiva, non completamente reversibile. Alla base della BPCO vi è una ostruzione delle vie aeree che rende difficoltosa la respirazione. I pazienti con BPCO, inclusi quelli con bronchite cronica ed enfisema, mostrano sintomi che vanno da tosse ed espettorato a marcata difficoltà respiratoria durante sforzi anche modesti. (anche camminare). Il fattore di rischio più importante nella BPCO è il fumo di sigaretta, ma anche quello di pipa, sigaro, e altri tipi di tabacco; anche il fumo passivo contribuisce a scatenare i sintomi respiratori della BPCO. Esistono altre cause documentate di BPCO quali polveri e agenti chimici (vapori, irritanti e fumi), e cause domestiche di inquinamento da combustibile (biomassa) utilizzato per cucinare e riscaldare in ambienti mal ventilati. Anche l’inquinamento atmosferico si aggiunge alla quantità di particelle inalate dai polmoni, ma il suo impatto sulle cause scatenanti la BPCO, non è ancora chiaro. Le infezioni respiratorie della prima infanzia vengono associate con la riduzione della funzionalità respiratoria e con l’aumento dei sintomi respiratori in età adulta. La diagnosi viene sospettata sulla base del quadro clinico del paziente e dovrebbe comunque essere confermata da prove di funzionalità respiratoria che ne determinino la gravità e che permettono di seguire il decorso della malattia. La Spirometria (cioè le Prove di Funzionalità Respiratoria) è il metodo migliore e viene eseguita presso Ospedali e Centri specializzati. La gravità della BPCO (a rischio, lieve, moderata o grave), determinata in base all’anomalia della spirometria, alla gravità dei sintomi e alla presenza o meno di altre malattie polmonari, come asma e tubercolosi, è fondamentale nel programmare la terapia.

 

 

© SMD - Dott. A. Carraro 13 Giugno 2007