Studio Medico Destefanis

 

 
 
 
 

Tipi di bevande alcoliche

 
     
 
  Birra
La Birra è la più antica e diffusa bevanda alcolica nel mondo. Vene prodotta attraverso la fermentazione alcolica di alcuni ceppi batterici derivati da vegetali ricchi di amidi. Tra le fonti maggiormente utilizzate ci sono il malto e l'orzo, ma sono molto usati anche il frumento, il mais e il riso. A seconda della distribuzione geografica in Africa vengono utilizzati il miglio e il sorgo, in Brasile le Patate e in Messico l'agave.

 

 

Per produrre la Birra, il malto (1) viene immerso in acqua calda (2), dove, grazie all'azione di alcuni enzimi, gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri soggetti alla fermentazione. Questo mosto zuccheroso può essere aromatizzato con erbe aromatiche, frutta o più comunemente con il Luppolo, pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, in grado di conferire alla bevanda il caratteristico gusto amarognolo. Il prodotto viene quindi raffreddato (3) e addizionato con un lievito per dare inizio al processo di fermentazione (4), che porta alla formazione di alcool e anidride carbonica (che viene per la maggior parte espulsa). Si passa poi, a seconda dei tipi di bira, al processo di maturazione in cella fredda (5) che porta al prodotto finito (6).

                                                  Schema del processo

 

Analcolica 1-2.6%
Leggera 3.6-4.3%
Normale 3.6-4.3%
Speciale 4.3-5%
Doppio Malto > 5%
Classificazione Italiana

La legislazione italiana prevede una divisione dei tipi di Birra basata sul contenuto in gradi saccarometrici, cioè sulla percentuale di estratto del mosto presente prima della fermentazione. Sull'etichetta viene invece riportata la gradazione alcolica espressa in percentuale. E' da tener presente che generalmente si considera che 3 gradi saccarometrici corrispondano a 1 grado alcolico. Questo spiega la differenza tra Birra Leggera (5-13 gradi sacc.) e Birra Normale (11-13 gradi sacc.).

 

 
 
 

  Vino
Il vino è una bevanda alcolica fermentata, ottenuta esclusivamente dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l'uva (sia essa pigiata o meno). La sua origine è antichissima. Sono stati trovati reperti fossili di vite risalenti a 2 milioni di anni, e reperti che indicano un utilizzo del vino come bevanda si fanno risalire al neolitico. E' molto probabile che la scoperta sia stata fatta in tempi antichissimi in maniera casuale, con la formazione spontanea di liquido alcolico in contenitori nei quali era stata posta l'uva per essere conservata. 
 

 

 

La produzione del vino ha inizio con la vendemmia, cioè la raccolta dell'uva matura che viene staccata dalla pianta.
 

Il passaggio successivo è quello di staccare gli acini e separarli dai raspi. Può essere fatto a mano oppure con l'ausilio di specifici macchinari (1). I Raspi vengono quindi eliminati per evitare un eccesso di tannini e un gusto amaro del vino. Si passa poi alla pigiatura, che un tempo veniva fatta con i piedi mentre attualmente si utilizzano le macchine pigiatrici (3). Il mosto così ottenuto viene messo in appositi e ampi contenitori, detti tini, per la macerazione. Mentre il vino si macera, avviene la fermentazione. Le sostanze organiche presenti nella buccia e nella polpa (lieviti o saccaromiceti), trasformano gli zuccheri dell'uva in alcol etilico e anidride carbonica. Al termine del processo, il succo d'uva, o mosto, è diventato vino. La buccia determina oltre al colore anche aroma e profumo.
 

 

 
 
 
© SMD - Ultima mod. 5 Agosto 2010